Ugo Attardi

Nasce in provincia di Genova. Il padre, sindacalista e componente attivo nella ‘Federazione dei Marittimi’, originario di Santo Stefano Quisquina, piccolo borgo in provincia di Agrigento, è costretto dal regime fascista a lasciare la Liguria per tornare in Sicilia. La madre è Natalia Donnini Attardi[1]. Trasferitosi insieme alla famiglia a Palermo, incuriosito dalla pittura e dalle sue tecniche, fin da piccolo (nel tempo libero aiutava lo zio paterno, vecchio pittore di ritratti e paesaggi) inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti e successivamente la facoltà di Architettura. Nel 1945 si trasferisce a Roma, ospitato da Pietro Consagra, a sua volta ospite di Renato Guttuso.

Il clima ricco di iniziative culturali e civili del dopoguerra gli consente di riprendere con slancio la propria ricerca. Con alcuni giovani artisti, nel 1948, costituisce il movimento Forma Uno, di orientamento astratto, maturando tuttavia visioni divergenti rispetto al resto del gruppo. I suoi compagni erano Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Concetto Maugeri, Achille Perilli e Giulio Turcato.

Nel 1948 partecipa alla Rassegna nazionale di arti figurative (V Quadriennale Nazionale d’Arte) di Roma.

Nei primi anni cinquanta orienta la sua arte verso l’espressionismo, ispirandosi tra gli altri a Francis Bacon e George Grosz, affiancando alla propria attività di artista l’impegno politico all’interno del Partito Comunista Italiano. L’esigenza di sperimentare un rapporto nuovo e visionario con la realtà lo porta ad allontanarsi dall’astrattismo, per studiare una propria forma di espressionismo. Nel 1952 e nel 1954 è invitato alla XXVI e alla XXVII Biennale di Venezia. Nel 1956, pur nel pieno della crisi dei realismi, espone con successo in una galleria di Trastevere. Nel 1958 partecipa alla fondazione e inizia la collaborazione col giornale di cultura e politica “Città Aperta”, insieme a Tommaso Chiaretti, Elio Petri, Renzo Vespignani, Mario Socrate. Nei primi anni sessanta partecipa a numerose esposizioni sia in Italia che all’estero. Nel 1961 fonda il gruppo Il Pro e il Contro, capeggiando a tutte le manifestazioni fino all’ultimo anno, quello dello scioglimento.

Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane[2]. Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d’aujourd’hui, allestita in medio oriente e in nordafrica[3].

Un viaggio in Spagna lo indirizza verso la riscoperta dei classici e all’approfondimento degli studi storici. Nel 1974 realizza il drappellone del Palio di Siena del 16 agosto. Nel 1986 e nel 1987 espone alla ICAF di Londra e all’Expo Internazionale di Arte Contemporanea di Milano. Nel 1988 le sue opere sono esposte a Tokyo. Nel 1997 la società Telecom sceglie una sua opera come immagine per una scheda telefonica. Nel 2003 la Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica gli conferisce il Premio per la Cultura nel Settore dell´Arte, quale riconoscimento istituzionale volto a segnalare la figura e l’opera di grandi artisti e personalità della cultura. Nel 2006 ha ricevuto dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica, per i suoi meriti artistici e per aver saputo diffondere e valorizzare in tutto il mondo il genio e la creatività italiani. Si spegne al Policlinico Gemelli di Roma a 83 anni.

(fonte wikipedia)

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